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Valutazione del core competence infermieristico (2013)

1.13.1

Valutazione del core competence infermieristico (2013)

Costruzione di un modello per la valutazione del Core Competence Infermieristico nell’esame di abilitazione professionale

Responsabile del Polo

Abstract

Il concetto di competenza, oggi riveste un ruolo da protagonista nei dibattiti che si sono aperti in ambito nazionale e internazionale, in tutti i settori della vita sociale, politica ed economica. Coinvolge tutte le professioni e nel nostro caso la professione infermieristica, impegnata adesso in una profonda riflessione sulla professionalità dell’infermiere moderno e sulle competenze che egli deve possedere. A partire dalla prima metà degli anni novanta, si è incominciato a guardare con sempre maggiore interesse ai sistemi di formazione e d’istruzione. I due punti cardine di questo processo, riguardano: l’adozione di un sistema di titoli accademici, fondato su cicli o livelli formativi, facilmente comprensibili e comparabili all’interno della Comunità Europea Alla luce di queste considerazioni i problemi che sono stati individuati sulla formazione accademica infermieristica in Italia , sono legati alla fatto che non esiste un’unica definizione univoca di competenza core infermieristica e quale sia il bagaglio formativo reale che i neo laureati hanno al momento dell’esame di abilitazione, perché ciò è condizionato a tutt’oggi fortemente dalla diversificazione dei programmi e delle metodologie didattiche in uso nei diversi Atenei italiani e dall’ambiente sanitario in cui la pratica professionale viene formata e valutata. Scopo dello studio Scopo del progetto del gruppo di studio è quello di sviluppare un modello sperimentale per la definizione del Core Competence infermieristico, atto alla sintonizzazione dei percorsi certificativi e dei titoli rilasciati dalle diverse Università Italiane, in linea con le Direttive emanate dalla Comunità Europea. Risultati attesi Fornire un modello per la valutazione del risultato finale della formazione accademica (esame di abilitazione professionale) dei neo laureati in Infermieristica in Italia.

Background

[…] The unique function of the nurse is to assist the individual, sick or well, in the performance of those activities contributing to health or its recovery (or to peaceful death) that he would perform unaided if he had the necessary strength, will, or knowledge. And to do this in such as way as to help him gain independence as rapidly as possible […]. (Henderson, 1991)

Nel nostro secolo (il XXI) sta portando, rispetto ad altri periodi, una spinta diffusa all’internazionalismo dei saperi, spostando la prassi consolidata da decenni, di una sovranità statale verso un'internazionalizzazione sempre più accentuata, determinata soprattutto dalla libera circolazione non soltanto delle merci e dei capitali ma anche delle professionalità.[1]. .Le giurisprudenze internazionali, infatti, stanno iniziando a regolamentare oggetti che fino a pochi decenni fa erano appannaggio esclusivo degli Stati, uno di questi è rappresentato dalla formazione, (accademica e non), con la descrizione dei profili di competenze professionalizzanti, rendendo riconoscibili e spendibili i titoli formativi in contesti anche sovra nazionali [2] . A partire dalla prima metà degli anni novanta, si è incominciato a guardare con sempre maggiore interesse ai sistemi di formazione e d’istruzione. Nel 1995 con la pubblicazione del Libro bianco sulla formazione:“Insegnare ed apprendere verso la società conoscitiva”; l’istituzione nel 1996 dell’anno Europeo per l’Istruzione Superiore ed infine con la comunicazione della Commissione Europea del 1997, “Per un’Europa della conoscenza” si sono cominciate a consolidare le strategie e le politiche in ambito europeo, per rispondere ai problemi correlati alla libera circolazione dei saperi e dell’occupazione giovanile che, in una economia in perenne mutazione, conduce inevitabilmente ad una evoluzione dei sistemi di formazione ponendo al centro le competenze richieste nella società del domani al futuro professionista [3, 4,5]. È indubbio che un sistema che sviluppa nuovi contenuti professionali, nuove conoscenze e competenze e che prevede nuove professioni, deve obbligatoriamente rivedere l’articolazione dei livelli delle responsabilità, il sistema organizzativo e il sistema delle cure [6]. . Il concetto di competenza, oggi riveste un ruolo da protagonista nei dibattiti che si sono aperti in ambito nazionale e internazionale, in tutti i settori della vita sociale, politica ed economica. Coinvolge tutte le professioni e nel nostro caso la professione infermieristica, impegnata adesso in una profonda riflessione sulla professionalità dell’infermiere moderno e sulle competenze che egli deve possedere [7, 8]. In questo panorama il mondo accademico è chiamato in causa a pieno titolo nell’avviare in quel processo di trasformazione e ampliamento delle proprie proposte formative, che devono divenire un […]intreccio funzionale fra gli obiettivi formativi del corso, le attese del territorio, le competenze agite dallo studente, le esperienze didattiche da promuovere e le proposte didattiche del corpo docente [9]. I due punti cardine di questo processo, riguardano: l’adozione di un sistema di titoli accademici, fondato su cicli o livelli formativi, facilmente comprensibili e comparabili all’interno della Comunità Europea attraverso la cooperazione di tutti i paesi nella valutazione della qualità dei percorsi formativi erogati [9,10,11] . La necessità, inoltre di implementare la dimensione europea della formazione ha sollecitato gli Stati della Comunità, alla decisiva realizzazione di quello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore per concretizzare quel processo di armonizzazione e sintonizzazione delle finalità formative che è stato intrapreso con la riforma internazionale degli istituti di istruzione già nel 1999 con il Processo di Bologna [12]. Tale Spazio Europeeo dell’Istruzione superiore si basa su un accordo intergovernativo di collaborazione formalmente sottoscritto nella Conferenza interministeriale tenuta a Budapest e Vienna nel marzo 2010, che hanno ampliato il numero dei 29 Paesi firmatari originari del Processo di Bologna portandoli a 47. Le finalità espresse nel Processo di Bologna e ampiamente condivise dagli enti che vi fanno parte, mirano ad una riorganizzazione in senso comunitario delle politiche sull'istruzione, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari per il suo raggiungimento [12, 13]. Più specificatamente il Processo di Bologna prevedeva, e prevede tuttora, una serie di obiettivi sia interni che esterni, che mirano a rendere i titoli accademici europei di alta qualità e competitivi sul mercato internazionale e contestualmente attrarre studenti dal mercato formativo non europeo. In ambito interno, invece, il Processo di Bologna vuole costruire un'organizzazione didattica sempre più in sintonia con il veloce mondo globale e con gli interessi della Comunità, tale da garantire, per controparte, una migliore spendibilità del titolo di studio nel mercato del lavoro all'interno di tutta l'area europea [12, 13]. Per rendere tutto ciò attuabile, un passo decisivo deve essere la trasparenza e leggibilità dei percorsi formativi e dei titoli di studio renderli comparabili tra le diverse istituzioni nazionali e sovranazionali. Il Progetto Tuning Educational Structures in Europe, finanziato dalla Commissione Europea nel quadro del programma “Apprendimento Permanente”, avviato nel 2000, offre una guida concreta alla realizzazione delle politiche di indirizzo del Processo di Bologna e consiste in una metodologia volta a progettare, sviluppare, attivare e valutare i corsi di studio secondo la nuova riforma dei cicli [14,15] . Il progetto e il modello Tuning, in concreto, appartengono ad uno dei quei bracci operativi fondamentali che si sono creati per lo sviluppo di piattaforme utili ai vari Stati e organi accademici per migliorare l’offerta formativa in termini di risultati di apprendimento (learning outcomes) e di competenze (competences). Nel 2000 si erano costituiti vari gruppi di ricerca che hanno compiuto un’ampia consultazione volta a identificare le competenze generali e specifiche di alcune discipline pilota. Uno dei gruppi più attivi è stato quello infermieristico, coordinato dalla Prof. Mary Gobbi dell’Università di Southmpton, che ha contribuito a identificare 40 competence core infermieristiche generalizzabili a tutti i percorsi formativi universitari degli Stati che si riconoscono nel Processo di Bologna [16]. Nel 2005 [17] è stato elaborato un primo documento volto ad indentificare il core competence di diverse discipline, testo ampliato nel 2010 con il “Tuning Eductional Structures in Europe 2010”[16] e che ha portato nel 2012 alla pubblicazione sul sito del Tuning dei profili di competenza di 13 discipline accademiche tra cui il nursing [18]. Tali documenti hanno sollecitato molti paesi a ripensare e riformare il percorso infermieristico universitario: in Danimarca, ad esempio, le competenze Tuning sono state utilizzate nella progettazione dei diversi livelli universitari in Infermieristica [18] nel Regno Unito la stessa riforma degli studi si è conclusa con l’accoglimento completo e articolato delle competenze Tuning nei piani di studio infermieristici [20,21]. Lo strumento Tuning Nursing Educational è un questionario di self-report indirizzato ai formatori e docenti del settore infermieristico. E’ costituito da 40 item che rappresentano le competenze core specifiche individuate dal gruppo di progetto Tuning, le competenze sono state suddivise in 6 domini [17]. Attualmente da giugno 2012 sul sito di consultazione europeo del Tuning Project ha pubblicato un Core Competence del Nursing in cui è stato presentato il risultato finale del lavoro di consultazione ed il profilo risultante è di 47 competence specifiche, divise in 4 aree tematiche [18]. Alla luce di queste considerazioni i problemi che sono stati individuati sulla formazione accademica infermieristica in Italia , sono legati alla fatto che non esiste un’unica definizione univoca di competenza core infermieristica e quale sia il bagaglio formativo reale che i neo laureati hanno al momento dell’esame di abilitazione, perché ciò è condizionato a tutt’oggi fortemente dalla diversificazione dei programmi e delle metodologie didattiche in uso nei diversi Atenei italiani e dall’ambiente sanitario in cui la pratica professionale viene formata e valutata [22, 23, 24,25,26].

Obiettivi di progetto

Obiettivi generali

Scopo del progetto del gruppo di studio è quello di sviluppare un modello sperimentale per la definizione del Core Competence infermieristico, atto alla sintonizzazione dei percorsi certificativi e dei titoli rilasciati dalle diverse Università Italiane, in linea con le Direttive emanate dalla Comunità Europea [9,10, 11,12,16,18].. Inserendosi nella discussione aperta a vari livelli istituzionali sui diversi profili di competenza infermieristica e alla luce della norma di riordino dei piani di studio,secondo indirizzo comunitario (270/04) [27,28,29,30,31,32,33,34,35]. Fornendo, inoltre un modello per la valutazione del risultato finale della formazione accademica (esame di abilitazione professionale) dei neo laureati in Infermieristica in Italia. 

Obiettivi specifici

1- Identificazione di un modello teorico delle competenze

2- Identificazione di un quadro di riferimento delle competenze core o professionali, condiviso e normativamente riconosciuto nell’ambito della Comunità Europea.

3- Identificazione e validazione di uno strumento utile ai docenti dei CL in Infermieristica presenti nelle diverse Università Italiane per la sintonizzazione e armonizzazione della formazione accademica italiana con le indicazioni e i suggerimenti provenienti dalla Comunità Europea .

4- Analisi e sviluppo di un modello valutativo delle competenze core in possesso dei neo laureati in infermieristica da utilizzare al momento dell’esame di abilitazione finale. per fornire uno strumento univoco, flessibile e riconoscibile da tutti gli attori coinvolti.

 

Metodologia

Disegno del progetto

La ricerca iniziata nel 2010, articolata in un programma di ricerca di tre anni, che prevede quattro fasi e complessivamente 4 studi. Le fasi già portate avanti sono state soprattutto due. Una prima fase volta a sviluppare la versione italiana del questionario sulle competenze core del progetto Tuning del Consiglio d’Europeo, testandone la validità linguistica e culturale. Una seconda fase è stata quella volta ad analizzare e descrivere, alla luce delle indicazioni del gruppo Tuning, le sincronie e le divergenze concettuali sulle competenze core, dei docenti universitari del settore disciplinare in Infermieristica italiani (MED/45) anche in riferimento ai nuovi ordinamenti e piani di studio formulati per l’anno accademico 2011/2012, (270/04 secondo indirizzo comunitario). 

Fase 1

a) Revisione della letteratura nazionale ed internazionale legata agli studi sul Core Competenze e Core curriculum dello specifico infermieristico, ricercando uno strumento valido e validato in ambito accademico e normativo europeo per la professione infermieristica.

b) Analisi e scelta del modello di Competenza Infermieristica e relativi strumenti .

c) Analisi e revisione testuale dei piani di studio degli dei corsi di laurea in infermieristica italiani (norma 270/04), confrontando la loro sintonizzazione con gli indirizzi e il quadro delle competenze coredella Comunità Europea.

d) Report del lavoro svolto

Fase 2

a) Validazione linguistico culturale del questionario sulle competenze specifiche infermieristiche sviluppate nell’ambito del Progetto Tuning della Comunità Europea.

b) Studio qualitativo attraverso il consenso tra pari (esperti in ambito formativo Infermieristico, rappresentanti dei 4 poli universitari della regione Lazio).

c) Studio quantitativo attraverso la somministrazione del questionario validato linguisticamente alla popolazione di docenti del CL in infermieristica della Regione Lazio.

d) Report del lavoro svolto

Fase 3

a) Studio descrittivo volto all’analisi delle sincronie e delle divergenze concettuali sulle competenze core, attraverso un’indagine su un campione rappresentativo dei docenti universitari del settore disciplinare in Infermieristica italiani (MED/45), nelle 4 Università presenti nella Regione Lazio.

b) Revisione e analisi testuale e descrittiva dei nuovi ordinamenti e piani di studio formulati per l’anno accademico 2011/2012, (270/04 secondo indirizzo comunitario), andando ad individuare i punti di convergenza e di difformità con le indicazioni europee.

c) Sviluppo di un report dei risultati con elaborazione di una pubblicazione internazionale del lavoro svolto.

Fase 4

a) Indagine descrittiva sulle diverse modalità di esame di abilitazione professionale attualmente in utilizzo presso i CdL triennali in Infermieristica delle Università laziali, attraverso lo sviluppo di una scheda di lettura e raccolta dati da somministrare ai Rappresentanti Professionali del Collegio IPASVI di Roma ai diversi esami di abilitazione.

b) Scelta del modello teorico di valutazione delle competenze

c) Sviluppo del modello e delle linee d’indirizzo per la valutazione delle competenze specifiche/core infermieristiche per l’esame di abilitazione finale.

Fase 5

a) Sviluppo del modello e delle linee d’indirizzo per la valutazione delle competenze specifiche/core infermieristiche, per fornire uno strumento univoco, flessibile, riconoscibile e valido per la valutazione dei neo laureati in infermieristica nell’esame di abilitazione finale.

b) Sperimentazione del modello attraverso studi a metodo misto nelle sessioni di tesi dell’anno accademico 2011/2012- 2012/2013 – 2013-2014.

 

Analisi dei dati

 

Verranno utilizzati il pacchetto statistico SPSS e Mplus per l’analisi dei dati quantitativi e Atlas. Ti per l’analisi dei dati qualitativi. 

Risultati attesi

La ricerca in oggetto si propone di fotografare le diverse realtà accademiche e i loro progetti formativi e quali siano i risultati finali a cui tendono, per immettere nel mondo del lavoro infermieri con un titolo spendibile e comparabile alle necessità del mercato. In linea con le raccomandazioni internazionali ed Europee fondamentali per la libera circolazione dei professionisti nella comunità europea: progetto EUROPASS.
Uno sviluppo futuro della ricerca potrebbe, inoltre concentrarsi sulla realizzazione di un Dizionario delle competenze, contenenti skills e abilità specifiche, da gestire all’interno di una piattaforma elettronica, che divenga un luogo interattivo, espandibile e dinamico, dove tutti i professionisti infermieri possono collegarsi per riconoscersi e sviluppare il proprio “Portfolio di competenze professionali”.

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[consultato il 14 Dicembre 2012]

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