1.14.9

NURSING RISK MANAGEMENT

NURSING RISK MANAGEMENT

Responsabile del Polo

Coordinatori del Progetto

Abstract

Increased health expectations, patients playing a more active role unwilling to accept health professionals’ errors, increased controversy in healthcare and resort to the court for harm suffered, as well as the public’s increasing concerns about safety in hospitals, are some of the aspects that draw major attention to errors in healthcare.

The radical changes in nursing during the last decade that have led to the current policy framework have changed the scope of nursing competence and the nurses’ professional profile, outlining new scenarios of accountability. In this context, nurses are required to:

Predict the needs and/or potential risks of the person receiving care.

·        Select, identify the actions that best foster a person’s well-being and autonomy

·        Act, perform evidence-based interventions, with technical and relational skills

·        Evaluate results, the outcome or conclusion of an action, an activity 

 

The main nursing services that ought to be examined can be: the identification of the patient’s healthcare needs (nursing diagnosis), planning and reporting nursing activities, the nursing activities performed and the medical prescriptions, monitoring patient comfort and safety, healthcare education and psychological support to the patient and his family members, keeping healthcare documentation, and in particular the management of nursing documentation. These critical elements have to be necessarily dealt with and followed, and this is the context nurses are accountable for.  

Background

Il problema della sicurezza dei pazienti rientra nell’ambito delle competenze del Sistema Qualità ed è strettamente correlato alla problematica più generale della sicurezza nelle organizzazioni sanitarie.

Gli errori correlati al fattore personale possono essere legati ad una cattiva organizzazione, alla mancanza di sistemi e flussi che garantiscano il passaggio delle informazioni, alla mancanza di comunicazione, al cattivo clima di lavoro, al personale non preparato o non abituato a lavorare in équipe, ai carichi di lavoro eccessivi.

Quindi si può parlare di “nursing malpractice” quando si fa un errore che reca danno al paziente e l’errore è uno di quelli che un infermiere sufficientemente attento non avrebbe commesso in una situazione analoga. L’“errore” è l’esito negativo dell’assistenza, generato da una situazione non prevista, in grado di produrre attualmente o potenzialmente un “incidente”.

Generalmente si considera l’errore solo come diretta conseguenza della azione dell’operatore sanitario. Non sempre, tuttavia, la produzione di un danno o di una lesione può essere ricondotta esclusivamente alla azione degli operatori. È il caso degli incidenti riconducibili a cause organizzative, per i quali l’evento è il risultato della combinazione e dell’intreccio della azione dell’operatore e di condizioni latenti. Sono latenti tutte quelle condizioni frutto di decisioni assunte a un livello superiore a quello degli operatori (da manager, autorità politiche, amministrative, di controllo). Sono condizioni latenti, per esempio, la eccessiva mancanza di tempo per le prestazioni;

l’inadeguatezza degli strumenti e delle apparecchiature; la manutenzione non sufficiente dei macchinari; la carenza di formazione; la scarsa supervisione; l’ambiguità delle procedure; la mancanza di comunicazione. Le condizioni latenti sono sempre presenti in sistemi complessi come si è descritto in precedenza.

Tra i principali eventi avversi che coinvolgono gli infermieri sono riportati in letteratura errori nel processo terapeutico, infezioni ospedaliere, danni fisici (es. cadute accidentali), lesioni da pressione, danni trasfusionali, danni nella gestione dei pazienti critici.

Alla luce di quanto descritto le possibili condizioni favorenti l’errore possono riferirsi alla comunicazione inefficace tra utente / sanitari nella continuità delle cure, alla documentazione sanitaria con criteri di compilazione non adeguati, alle gestione e manutenzione delle apparecchiature medicali e relative  responsabilità non chiaramente definite, alla gestione del personale inadeguata (turnistica stressante, assenza di criteri di mobilità,…), all’organizzazione del lavoro( lavoro per compiti vs lavoro in equipe multidisciplinare, clima ed ambiente stressante, mancanza di cultura della sicurezza), alla mancanza di esperienza / conoscenza / abilità del personale, alla non adeguata formazione e  addestramento

È fondamentale che il mondo infermieristico si interroghi in profondità su quali applicazioni l’analisi sistematica dei problemi correlati agli errori può portare al miglioramento delle prestazioni assistenziali e quale sia il reale contributo che il mondo infermieristico può portare. In sostanza, non serve individuare e colpevolizzare l’operatore che ha sbagliato, ma è più “razionale” ricercare le cause che hanno determinato l’evento negativo.

Obiettivi di progetto

Obiettivi generali

Offrire agli infermieri, indipendentemente dal loro setting assistenziale, un’opportunità di formazione nello specifico ambito del Risk Management

 

Obiettivi specifici

 

Favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze per:

 

- Favorire il cambiamento culturale.

- Condividere e non imporre.

- Tutelare i professionisti.

- Utilizzare  strumenti metodologici adeguati.

 

Indicatori

Realizzazione di un evento formativo rivolto a 100 partecipanti della durata di otto ore, svolto in una giornata sviluppata con relazioni sugli argomenti indicati e con didattica attiva di partecipazione dei discenti a momenti di analisi e discussione di casi.

Realizzazione dell’evento formativo nell’arco del 2014 per un totale di n. 6edizioni per un totale di 600 partecipanti.

 

Evidenza di raggiungimento degli obiettivi specifici formativi mediante valutazione nel corso dell’evento formativo.

Metodologia

Costituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare di esperti delle varie discipline che interagiscono nella prevenzione e valutazione dell’errore in sanità.

 

Progettazione degli eventi formativi.

 

Metodologia didattica:

Sviluppo di un programma formativo organizzato secondo la seguente scaletta e di cui si allega programma dettagliato:

- Briefing di apertura per la conoscenza dei partecipanti e la presentazione dei contenuti e della metodologia di lavoro.

- Lezione frontale con supporti audiovisivi e presentazione di case-study.

- Presentazioni di casi clinici e discussione in gruppi con produzione di rapporto finale.

- Presentazione di problemi e case histories.  

- Confronto dibattito tra pubblico e docente.

- Verifiche di apprendimento intermedio secondo la seguente agenda dell’evento formativo:

a)      Test di apertura evento formativo.

b)      Discussioni su casi/temi.

c)      Test di apprendimento finale e valutazione gradimento evento formativo.

Risultati attesi

Indicatori

Svolgimento di N° 6edizioni nel corso del 2014.

Formazione di almeno 800 partecipanti.

Raggiungimento del 80%  risposte esatte nel test finale su almeno 85% dei partecipanti

Presenza di almeno 5 relatori per evento.

 

Rilevanza

I partecipanti potranno sviluppare un buon grado di conoscenza in merito alle caratteristiche intrinsecamente complesse di un’organizzazione sanitaria assistenziale e potranno essere in  grado di comprendere un primo livello di analisi di un processo che ha subito un’evoluzione avversa; questi aspetti sono fondamentali per l’esercizio di un pensiero critico professionale a garanzia della qualità del servizio e della sicurezza delle cure offerte ai malati.

I partecipanti potranno acquisire conoscenza in merito al linguaggio ed alla terminologia propria dell’approccio reattivo del Risk Management, per lo sviluppo di riflessioni tra pari finalizzate alla analisi di situazioni critiche in un clima di serena e  fattiva collaborazione, sviluppando un livello culturale scientifico adeguato alla contestualizzazione di un evento avverso all’interno di un processo assistenziale e, non, di un meccanismo di colpevolizzazione dell’errore.

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