Area etica professionale
2.13.5

Integrarsi (2013)

“INTEGRARSI”- Integrazione sociale e lavorativa degli infermieri stranieri a Roma: approfondimenti transculturali

Responsabile del Polo

Abstract

not found

Background

Il presente progetto si inserisce nell’ambito dell’ampia attività che l’IPASVI e -in particolare - la Associazione Infermieristica Transculturale – AIT, svolge in favore degli infermieri stranieri e della diffusione del nursing transculturale, e si colloca in termini di complementarietà con l’attività di ricerca che l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR) sta portando avanti in materia di rappresentanza dei lavoratori immigrati del settore sanitario, nell’ambito di un Progetto di Ricerca Nazionale (PRIN) finanziato dal Ministero della Istruzione, Università e Ricerca . 

Come è noto, AIT è una società scientifica senza scopo di lucro, apartitica, che persegue finalità solidaristiche, attiva nei campi della tutela dei diritti civili, della ricerca scientifica, dell'integrazione degli infermieri di ogni nazionalità che operano nel nostro Paese. L'obiettivo della Associazione, la prima del genere in Italia, consiste nell'ideazione, nello sviluppo e nella realizzazione di progetti e programmi di ricerca infermieristica particolarmente orientati ad iniziative socio-educative e culturali, nel rispetto della dimensione umana e spirituale della persona, contro qualsiasi forma di emarginazione di carattere religioso, politico, economico, di genere, di età e di cittadinanza. Tra le attività principali dell’associazione figurano la realizzazione e la pubblicazione di studi e ricerche nelle discipline professionali infermieristiche, con particolare attenzione agli aspetti transculturali, servizi di consulenza per singoli professionisti, associazioni, aziende ed enti, organizzazione di convegni, congressi, tavole rotonde, seminari, iniziative didattiche ed audiovisive, corsi di formazione professionale, specializzazione, perfezionamento e aggiornamento.

L’IRPPS-CNRè un Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a carattere di ricerca interdisciplinare che svolge studi su tematiche demografiche e migratorie, sui sistemi di welfare e sulle politiche sociali, sulla politica della scienza, della tecnologia e dell'alta formazione, sui rapporti tra scienza e società, su creazione, accesso e diffusione della conoscenza e delle tecnologie dell'informazione. Integra un insieme di analisi, di studi teorici ed empirici, favorendo la collaborazione tra diverse frontiere disciplinari. L’attività si orienta su tre principali linee di ricerca: Studio delle relazioni tra tendenze della popolazione e dello sviluppo sociale ed economico, Studio delle dinamiche sociali e delle politiche nei sistemi di welfare, Studio del mutamento della società collegato alla diffusione delle conoscenze e delle tecnologie dell'informazione. Nell’ambito di queste attività alcuni ricercatori IRPPS stanno conducendo, insieme alle Università di Milano Bicocca, Statale di Milano, La Sapienza di Roma e Federico II di Napoli, una ricerca finanziata dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca attraverso il fondo PRIN, sui nuovi soggetti del lavoro e forme di rappresentanza. Nell’ambito di questo progetto di ricerca, l’impegno di studio dell’IRPPS si focalizza in particolare sulla rappresentanza sindacale dei lavoratori stranieri nel Lazio. In particolare l’obiettivo della ricerca che l’IRPPS sta conducendo consiste nell’indagare sul tipo di relazione e sulle eventuali criticità del rapporto sviluppatasi tra sindacato e immigrati nel settore della sanità e dell’assistenza domiciliare di cura inclusa quella presso le famiglie. Una scelta motivata dal fatto che nel Lazio sono proprio le lavoratrici/tori stranieri di questo settore ad essere cresciuti di più nel corso di questi ultimi anni, e che si trovano ad affrontare in prospettiva condizioni di difficoltà nuove anche sul fronte della tenuta delle loro posizioni occupazionali lavorativa quale effetto della crisi attuale e dei provvedimenti di severa ristrutturazione che appaiono interessare il sistema sanitario nel suo complesso.

La proposta progettuale mira ad intervenire nelle situazioni di potenziale marginalità occupazionale in cui potrebbero venirsi a collocare gli infermieri stranieri a Roma a seguito delle politiche di contenimento che la Regione Lazio sta conducendo per contenere il forte disavanzo di bilancio e rientrare nei parametri di spesa imposti dal Governo centrale nell’ambito delle manovre di rientro e stabilità del debito pubblico. L’interesse ad orientare l’indagine su questo spaccato del lavoro immigratorio è stato motivato da un lato dal fatto che in una realtà come quella del Lazio, e di Roma in particolare il comparto di cura rappresenta un bacino importante ed in crescita di lavoro, nel cui ambito la presenza di lavoratori immigrati (largamente lavoratrici) è decisamente rilevante e come numeri susseguente solo al settore delle costruzioni.

Se si considera il dato nazionale al 2010, la presenza straniera nel solo settore sanitario è stimata dall’Associazione dei medici stranieri in Italia (AMSI) in 15.000 medici, di cui il 60% extra comunitari e in 38.000 infermieri (di cui circa la metà comunitari) pari al 10% del numero complessivo di infermieri totali. La nazionalità più rappresentative sono nell’ordine i rumeni (43,9%), gli indiani (10,2%), gli albanesi (6,8%) e gli infermieri peruviani (6,7%). Nel complesso il flusso migratorio ha subito un incremento rilevante tra il 2007 ed il 2010 (25% in più, pari a 8.000 unità), mentre a partire da quell’anno in base agli ultimi dati disponibili (IPASVI, 2012) il tasso dei nuovi iscritti ai collegi IPSAVI sta subendo una riduzione. In base sempre ai dati disponibili, emerge che di questi infermieri oltre 4.000 si concentrano nel Lazio (largamente a Roma), venendo a rappresentare più del 15% degli infermieri attivi, mentre (sebbene i numeri siano meno certi) anche per il numero dei medici le stime indicano un valore percentuale compreso tra il 10 ed il 15 %, cioè tra i 1.000 ed i 1.500 medici stranieri presenti in Città.

Ma al di là della concentrazione di personale immigrato, un’ulteriore motivo di interesse per questa ricerca nasce dalla constatazione di trovarci nel caso specifico delle professioni sanitarie di fronte ad una situazione in cui il lavoro immigrato si viene a porre in una condizione di potenziale concorrenza con i lavoratori autoctoni e non invece di complementarietà, così come si registra tradizionalmente in molti ambiti lavorativi a minore contenuto professionale del mercato del lavoro. Va a questo proposito evidenziato come, in particolare nel caso delle professioni infermieristiche e fino a prima della crisi (2008), questa potenziale concorrenzialità non era avvertita in quanto il settore presentava una domanda di lavoro decisamente superiore all’offerta autoctona opportunamente formata. Questa domanda inevasa è all’origine di un consistente flusso migratorio di queste professionalità , soprattutto da paesi non comunitari. Si tratta di un andamento che è stato decisamente favorito dalla politica migratoria che con regolarità sino a quell’anno, ha autorizzato l’insediamento di questi lavoratori in deroga alle quote stabilite annualmente per i nuovi ingressi. Diverso è invece il discorso dei medici che al contrario si collocano su un ambito professionale dove almeno sino ad oggi si è registrata una eccedenza rispetto alle necessità, tanto che nel corso di questo primo decennio si è assistito ad un fenomeno di emigrazione di medici formati in Italia verso l’estero. A partire dal 2009 la situazione appare invertire il suo andamento tradizionale. Sebbene le spinte all’ampliamento dei servizi nel campo sanitario non siano diminuite - ed anzi in prospettiva siano destinate ad ampliarsi - la forte contrazione della spesa pubblica nel settore sanitario associata al mancato finanziamento della legge sulla non autosufficienza, sta comportando una forte caduta della domanda di lavoro anche per le professioni infermieristiche, anche nelle strutture sanitarie private tradizionalmente convenzionate con il Servizio sanitario pubblico dove si registra un alto numero di lavoratori in condizione di esubero. Stando, infatti, a quanto emerge dall’esperienza del Collegio degli Infermieri (IPASVI) di Roma, la domanda degli infermieri è passata da una situazione in cui l’offerta degli autoctoni (neo laureati e altri lavoratori in cerca di lavoro) a fatica riusciva a soddisfare metà delle richieste di lavoro ad una in cui per ogni posto di lavoro disponibile ci sono due domande di lavoro solo da parte di neo-laureati infermieri.

L'iniziativa muove infine, dalla necessità di favorire e promuovere l'integrazione fra tutti gli infermieri, italiani e non, che operano sul territorio nazionale, in un momento storico in cui l'apporto professionale degli infermieri stranieri negli ospedali e nei servizi sanitari territoriali è considerevole. In una situazione di crisi del lavoro in sanità come quella che appare delinearsi, è dunque lecito domandarsi se nel settore sanitario stiano emergendo delle frizioni/divisioni tra lavoratori stranieri e lavoratori autoctoni. E qualora ciò si manifestasse come si pongono le rappresentanze sindacali più consolidate e tradizionali. E ancora se, come reazione nei confronti di queste difficoltà e differenziazioni tra autoctoni e immigrati, possano risultarne favoriti modelli di rappresentanza di tipo etnico nel caso degli stranieri e corporativo in quello del personale sanitario italiano. Quest’ultima è ad esempio un rischio adombrato nel lavoro italiano più recente in materia, condotto nel 2005 per l’IRES da Maria Adriana Bernardotti, (IRES, 2006), e ciò con riferimento ad un periodo in cui gli aspetti di potenziale concorrenzialità tra lavoro immigrato e lavoro autoctono emergevano con minore rilievo in quanto la preoccupazione poteva eventualmente manifestarsi rispetto al rischio di diminuzione di valore dei diritti acquisiti piuttosto che, come potrebbe oggi essere percepita, nei termini di minaccia di perdita del posto di lavoro. 

Obiettivi di progetto

4. OBIETTIVI DI PROGETTO

 

Obiettivi Generali

Il presente studio, costruito anche secondo la logica di approfondimento dei risultati emersi nell’indagine del 2012 (Nursing Transculturale: un confronto tra infermieri italiani e sudamericani) nell’affrontare alcune questione cruciali della professionalità degli infermieri, in particolare degli infermieri stranieri, intende analizzare caratteristiche attuali e di tendenza dell’integrazione lavorativa e occupazionale degli infermieri stranieri in sanità, definendo anche possibili orientamenti di policies di potenziale interesse per i soggetti che a diverso titolo e responsabilità agiscono nel settore sanitario .

 

Obiettivi Specifici

1)                  Acquisire informazioni sui percorsi di inserimento lavorativo e sociali degli infermieri stranieri residenti a Roma, con una specifica attenzione a quelli indiani e sud americani: si tratta  di far emergere i diversi percorsi di inserimento socio-economico che gli infermieri di queste comunità hanno sperimentato e ciò grazie ad una lettura dei loro bisogni/aspettative e alla ricostruzione delle loro esperienze di vita, implementando un approccio metodologico in grado di valorizzare opportunità di replicabilità per altre comunità;

2)                  approfondire i risultati della ricerca condotta dall’IPASVI sulla comunità degli infermieri sudamericani e di recente pubblicata con Franco Angeli;

3)                  sensibilizzare gli infermieri stranieri ed orientarli ai servizi/opportunità proposte dall’IPASVI e dall’AIT;

4)                  produrre analisi e proposte utili alla formulazione di Linee guida per l’inserimento lavorativo di questa particolare categoria di migranti.

 

Indicatori

L’audit dei risultati ottenuti in itinere, anche denominato monitoraggio, è essenziale per un’efficace implementazione del progetto. Le singole fasi ed azioni saranno valutate, una dopo l’altra, per rendere evidenti gli effettivi risultati del progetto. La metodologia adottata si basa sull’assunto che la verifica dei risultati conseguiti in itinere è fase indispensabile per un’efficace implementazione dell’azione di analisi. Il monitoraggio sarà continuo e la valutazione - concepita come un processo dinamico - permetterà di misurare il livello di attuazione e i risultati ottenuti così da alimentare e stimolare un’analisi retrospettiva e sarà realizzata durante tutta l’implementazione del progetto di ricerca-intervento. Il monitoraggio degli indicatori avverrà attraverso apposite griglie/schede di rilevazione (ex ante, in itinere e conclusivo) predisposti dai ricercatori, che gli intervistatori coinvolti nel progetto dovranno compilare e che consentiranno di rilevare e monitorare per tutta la durata del progetto il numero, la tipologia degli infermieri intervistati, le attività/aree di cui usufruiscono nell’ambito del progetto, le eventuali criticità. Si chiederà al personale coinvolto di compilare mensilmente un time report o una relazione sulle attività svolte nell’ambito del progetto. Verrà redatto un report conclusivo dell’azione, in cui verranno presi in considerazione i risultati degli indicatori riportati sotto e consentiranno anche di monitorare e valutare l’impatto degli interventi realizzati nei percorsi personali degli infermieri intervistati in termini di:

 

- comunicazione inter-professionale,

- tutela del lavoro,

- adesione ad organismi di rappresentanza del lavoro,

- espressione delle competenze specifiche e delle capacità personali.

 

Le attività di valutazione saranno affidate a valutatori esperti del IRPPS - CNR(v. CV in allegato).

Metodologia

Il progetto di ricerca-intervento “INTEGRARSI” si configura come uno studio di approfondimento qualitativo, volto a coinvolgere infermieri stranieri che operano in strutture pubbliche, private e in cooperative di servizi a Roma.

La ricerca prevede due fasi tra loro interrelate: l’approfondimento di campo e la revisione dei risultati nel confronto con altre indagini e nell’analisi che l’IRPPS-CNR sta conducendo sulla rappresentanza dei infermieri stranieri a Roma.

 

Campione

 

Ai fini di un adeguato livello di approfondimento, si presuppone di procedere attraverso interviste non strutturate (o semi-strutturate) su un universo di riferimento di almeno 40 soggetti, suddivisi in due comunità di infermieri stranieri presenti a Roma.

Il principale rischio connaturato alle attività di ricerca nel campo dell’immigrazione, è legato ai tempi di individuazione dei soggetti da intervistare e quindi nella inevitabile conseguente dispersione dei destinatari o tardiva individuazione degli stessi rispetto alla tempistica di realizzazione delle attività progettuali previste. Nel presente progetto elevati standard di qualità e di competenza nelle procedure di ascolto e accoglienza dei infermieri di altre nazionalità (sperimentati nella esperienza dall’AIT) - insieme alla presenza dei ricercatori che seguiranno i destinatari per tutta la durata del progetto - garantiranno una consistente percentuale di interviste adeguatamente approfondite.

Si procederà quindi ad un campionamento casuale, definito in letteratura di tipo “a valanga”, partendo dai contatti stabiliti attraverso la precedente ricerca IPASVI e nell’ambito degli associati AIT.

 

Strumenti

 

Il progetto INTEGRARSI mira a rilevare bisogni/aspettative degli infermieri stranieri presenti a Roma, inoltre tende ad informare gli intervistati sulle opportunità di inserimento all’interno del collegio IPASVI e dell’Associazione AIT e orientarli ai servizi del territorio, anche tramite la mediazione con le istituzioni. Per rispondere a questa doppia finalità, verranno costruiti ad hoc degli strumenti di indagine che consisteranno in una traccia di intervista (anche in lingua) e nella predisposizione di materiale informativo.

Tra le altre, le aree di approfondimento riguarderanno: primo livello ovvero informazioni di base, riconoscimento del titolo, eventuale utilizzo di servizi pubblici e/o privati per l’inserimento professionale, relativi esiti, etc.; secondo livello di analisi, ovvero approfondimento delle informazioni di primo livello, cambiamenti intercorsi, interventi, relativi esiti; terzo livello ovvero l’approfondimento delle condizioni di inserimento professionale e i fabbisogni in tema di tutela sociale e sindacale.

L’indagine di campo verrà preceduta da una fase di pre-test.

Inoltre una linea importante di azione sarà quella di redigere e diffondere un rapporto finale con proposte e linee guida per l’inserimento socio-lavorativo degli infermieri stranieri a Roma.

Le attività di ricerca di campo sono propedeutiche/interrelate a quelle della redazione del rapporto finale. 

Risultati attesi

La ricerca intende approfondire i processi di trasformazione in atto che coinvolgono la professione infermieristica straniera nell’attuale stato di crisi del Sistema Sanitario.

L’efficienza e l’efficacia del lavoro di rete costituiscono strumenti-chiave nel raggiungimento dei risultati del progetto. Si richiama spesso questa metodologia di lavoro, ma quasi sempre in modo generico, poco strutturato e non sistemico. Le attività previste nella sezione “metodologia” e, in particolare, la realizzazione di interviste approfondite, consentiranno ai partner di potenziare e sistematizzare il loro ruolo di centri di raccolta e diffusione mirata di informazioni a beneficio, non solo dei destinatari diretti, ma anche degli enti pubblici/privati coinvolti nell’assistenza e nella tutela sociale e lavorativa dei lavoratori stranieri. Gli enti proponenti dispongono di strutture ampiamente consolidate e capillarmente diffuse nel territorio. La loro rete è organizzata su due livelli: uno interno e uno esterno. Al loro interno l’IPASVI e l’AIT presentano strutture complesse, articolate in diverse Aree di bisogno/intervento, costituenti altrettanti centri gestionali. Le attività del progetto saranno coordinate a livello centrale tramite il Centro di eccellenza per la cultura e la ricerca infermieristica.

I risultati attesi sono in sintesi:

- elaborazione di efficaci metodologie di mediazione fra infermieri stranieri presenti nell’area metropolitana di Roma e gli attori istituzionali competenti, sperimentando modalità di dialogo, sensibilizzazione, interazione e intervento, nonché effettuando la mappatura dei luoghi stessi di lavoro, attraverso la realizzazione di una ricerca-azione con caratteristiche di trasferibilità;

- lettura dei bisogni/aspettative degli infermieri stranieri in situazione di marginalità lavorativa o occupazionale - grazie alla rilevazione, all’elaborazione e all’analisi di informazioni di primo, secondo e terzo livello effettuata attraverso incontri, interviste e colloqui individuali - volta anche a rilevare eventuali esperienze di utilizzo dei servizi pubblici e privati e relativi esiti, nonché le motivazioni di un mancato utilizzo degli stessi o dell’IPASVI;

- creazione di un livello intermedio di accesso ai servizi pubblici e privati del territorio, attraverso l’erogazione di servizi di informazione e orientamento sulle procedure e sulle opportunità presenti nei diversi ambiti dell’integrazione (alloggiativa, linguistica, culturale, sociale, lavorativa, etc.), anche tramite il consolidamento e la sistematizzazione del lavoro di rete;

- orientamento per l’inserimento in percorsi individuali di integrazione socio-economica degli infermieri stranieri, che favoriscano l’emersione da situazioni di precarietà/marginalità ed il raggiungimento dell’indipendenza dei destinatari, attraverso la conoscenza e la valorizzazione delle risorse personali e l’attivazione di interventi mirati, anche grazie al lavoro di rete e a progettualità specifiche attuate dagli enti proponenti e da altri soggetti pubblici e privati;

- produzione di analisi, materiali e proposte e, in particolare, di un rapporto finale con raccomandazioni/proposte, che possano essere di utilità alla successiva formulazione da parte delle istituzioni di Linee guida;

- promozione di una cultura di inclusione sociale, incrementando la sensibilità sulle tematiche del lavoro dell’infermiere transculturale e della parità nella società e agevolando un clima di fiducia e collaborazione reciproca fra gli infermieri stranieri, i medici italiani, i pazienti e i loro familiari, le istituzioni, gli enti erogatori di servizi pubblici e privati e in generale la popolazione locale. 

Bibliografia

IRES, 2006, Sindacati e discriminazione razziale nella Sanità italiana: il caso degli infermieri. Studi e ricerche IRES, Roma, Ediesse.

Stievano A., Bertolazzi A., a cura di, 2012, Nursing transculturale. Un confronto tra infermieri italiani e sudamericani, Franco Angeli, Milano.

Gagliardi F., Accorinti M., 2012, Prime indicazioni dell’indagine condotta dall’IRPPS-CNR sulla rappresentanza dei lavoratori immigrati nella sanità: il caso di Roma, MIMEO, Roma.

Contact us

La Segreteria del Centro di Eccellenza is at your service for questions and insights

loading spinner