1.18.5

Prevenzione malattie a trasmissione sessuale

"Anlaids Latium meets Students" - in / Training and Prevention campaign on HIV / AIDS / IST infection for the promotion of behaviors not at risk and for a conscious sexuality, aimed at young people.

Responsabile del Polo

ABSTRACT

From the statistical-epidemiological and literature data emerges the need to pay extreme attention to sexually transmitted infections, and among these HIV-infection, especially among the young population which, due to their age and low risk perception, appears as a band most exposed to risk. Anlaids Latium Onlus has been promoting information and prevention on HIV infection and other sexually transmitted in- fections (STIs) through the School Project, involving numerous Secondary Secondary Schools of the Latium Region and thousands of students.

The present project proposal intends, for the second consecutive year, to continue to identify and train a pool of nurses experienced in the field of sexually transmitted infections and in the field of school educa- tion on the proposed topics, actively involving them in the multidisciplinary teams of the Latium Anlaids Schools Project and in information and prevention programs aimed at both students of the Second Degree High Schools, but above all in In/Training meetings with students of the Nursing Degree Courses. The project that has already involved some nurses with ad hoc training and a training internship during the previous year during the meetings of the 2017/2018 Schools Project, foresees, for future activities, their in- volvement in the In/Training meetings that will take place. they will hold in the Degree Courses in Nursing. In parallel, new nurses will be trained and ECM program refresher courses will be organized for 100/150 nursing professionals, in view of the extension of the same project to other schools and to Nursing Degree Courses. The effectiveness of the program is assessed through the research study, already activated with the administration of a specific test before and after the educational intervention aimed at students.

BACKGROUND

Nel 2016 (dati COA) sono state riportate 3.451 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 5,7 nuovi casi per

100.000 residenti.

I dati principali:

  • Si è osservata una lieve diminuzione sia del numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV che dell’incidenza (casi/popolazione).
  • L’incidenza maggiore è nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni.
  • La diminuzione del numero delle nuove diagnosi riguarda tutte le modalità di trasmissione.
  • La maggior parte delle nuove diagnosi HIV è in MSM (maschi che fanno sesso con maschi) e in maschi eterosessuali.
  • Rimane costante il numero di donne con nuova diagnosi di HIV.
  • Aumento rilevante della quota degli stranieri con una nuova diagnosi di HIV
  • Negli ultimi anni c’è stato un lieve aumento della quota delle persone con una nuova diagnosi di infe- zione da HIV in fase clinica già avanzata (bassi CD4 o presenza di sintomi correlati all’HIV).
  • E’ presente un lieve decremento del numero annuo delle nuove diagnosi di AIDS.
  • Il numero di decessi in persone con AIDS è rimasto stabile.
  • Nel tempo è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS.

Un dato importante è l’aumento, seppur lieve, delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV in fase clinica avanzata (bassi CD4 o presenza di sintomi) e delle persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS. Una diagnosi tardiva, riduce notevolmente l’efficacia della terapia, aumentando la resistenza ai farmaci. Oggi infatti l’infezione se scoperta in tempo e con la terapia adeguata diviene cronica permettendo alla persona con HIV di avere prospettive di vita simili a quella delle persone sieronegative.

Si ritiene infine che le diagnosi tardive incidano per oltre il 20% sulla diagnosi di nuove infezioni.

Epidemiologia HIV in Italia.

Tra le nazioni dell’Unione Europea l’Italia si colloca, al pari della Grecia, al 13° posto in termini di inciden-   za delle nuove diagnosi HIV. L’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è diminuita lievemente    tra il 2012 e il 2016.

Le  regioni  con  l’incidenza  più  alta  sono  state  il  Lazio,  le  Marche,  la  Toscana  e  la  Lombardia.    In Piemonte, Emilia Romagna e nelle Provincie Autonome di Trento e Bolzano l’esecuzione del test      di avidità anticorpale permette con una buona approssimazione di identificare le infezioni recenti. Questo ha evidenziato che nel 2016 il 16,8% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV aveva verosimilmente acquisito l’infezione nei 6 mesi precedenti la prima diagnosi di HIV positività.      Il 30,7% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV aveva eseguito il test HIV per la pre- senza di sintomi HIV-correlati, il 27,5% in seguito a un comportamento a rischio e il 12,2% in seguito a controlli di routine. 9 sono state le diagnosi con modalità “trasmissione verticale” (neonati) nel 2016.

Diagnosi di AIDS in Italia.

Nel 2016, solo il 22% delle persone diagnosticate con AIDS aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids.

Il fattore principale che determina la probabilità di avere effettuato una terapia antiretrovirale prima del- la diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività. Nell’ultimo decennio è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ignora la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS. Si è passanti dal 20,5% del 1996 al 76,3% del 2016. Questi dati confermano la necessità di riporre particolare attenzione all’infezione da HIV e delle altre IST, soprattutto con una campagna mirata verso i giovani. Al fine di raggiungere questo obiettivo, si ritiene utile non solo fornire le informazioni corrette mediante la consulenza di esperti, ma coinvolgere attiva- mente gli studenti nell’opera di prevenzione e di educazione alla salute attraverso programmi specifici di informazione e formazione dei loro pari. Si ritiene altresì opportuno valorizzare l’infermiere, quale figura professionale il cui potenziale operati- vo è ampiamente riconosciuto nella sua natura tecnica, relazionale ed educativa. Le principali funzioni sono infatti la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati nonché l'educazione sanitaria. Entra perciò di merito nelle equipe multidisciplinari che si recano nelle scuole per gli interventi informativi ed educativi. La Scuola, inoltre, è un luogo strategico dove progettare interventi che vedano protagonisti gli ado- lescenti e i giovani in generale. Essa ha assunto nel tempo un ruolo fondamentale, non più solo come contesto di insegnamento/apprendimento ma anche come contesto di socializzazione, scambio cultu- rale e interazione sociale, finalizzato alla mediazione tra contenuti e forme di cultura e tra stili di inse- gnamento/apprendimento, e alla pluralità di percorsi culturali. E' dunque un luogo di costruzione e non semplicemente di trasmissione della cultura; è luogo di interazioni, collocate su due piani: quello delle relazioni formali, costituito da prestazioni specifiche e regolate da norme finalizzate al mantenimento dell’ordine, quello delle relazioni informali, che avvengono per lo più nel gruppo tra pari. Il Progetto Scuole Anlaids Lazio promosso dal 2003 nella Regione Lazio si svolge principalmente su Roma, Latina e Viterbo con l’adesione di oltre 60 Scuole ogni anno. In 15 anni sono stati incontrati circa 100.000 studenti. Il Progetto Scuole ha dunque il fine di sensibilizzare una particolare fascia di popolazione che si ritiene più a rischio, perché è l’età in cui si iniziano le prime esperienze sessuali e non si ha spesso la percezione del rischio. L’adolescenza peraltro può rappresentare un periodo di profondi cambiamenti fisici e psicologici, durante il quale i giovani imparano ad assumere il controllo delle proprie azioni e a prendere decisioni responsabili in considerazione delle conseguenze per sé stessi e per gli altri. Nel tempo il Progetto Scuole si è adattato all’evoluzione della scuola stessa e di un’adolescenza che per definizione è dinamica e in continuo cambiamento. Alcune Sezioni del Progetto sono state realizzate anche grazie alla collaborazione con altre Istituzioni, come ad esempio l’Opi di Roma, e altre associazio- ni che si occupano di Aids o istituzioni molto vicine alla tematica delle infezioni sessualmente trasmis- sibili. Da circa 3 anni sono state coinvolte anche le sedi di formazione universitaria e organizzate delle giornate di prevenzione all’interno di spazi universitari. A conclusione dell’anno scolastico e sulla base dei dati raccolti dalla somministrazione dei pre e post test agli Studenti partecipanti sono state elabo- rati e pubblicati i risultanti dati statistici Il modello privilegiato di questo progetto è risultato essere la Peer Education adattata di volta in volta ai diversi contesti. La Peer Education è una metodologia che si basa sull’attivazione di percorsi di appren- dimento e di conoscenza in grado di incidere a cascata nel contesto sociale di riferimento attraverso le abilità e le competenze sviluppate dai leader formati. Assumendo il ruolo di “esperti”, i leader tentano di indurre un cambiamento nelle conoscenze, atteggiamenti, norme, credenze e comportamenti dei loro colleghi e coetanei. Nel campo specifico  dell’HIV/AIDS/IST, dove  inevitabilmente si  viene in  contatto  con il tema della sessualità, dell’affettività e delle relazioni, si assiste, nel gruppo dei pari, alla presenza    di maggiori “permessi” nel raccontare e scambiare esperienze personali e nel proporre soluzioni rispetto  a problematiche comportamentali ed emotive. Ciò rende l’azione formativa più “attrattiva” nei confronti del gruppo oltre che più efficace. La centralità della comunicazione, dei linguaggi e dei saperi comuni, propria della peer education, consente ai soggetti coinvolti di attivare e  sviluppare abilità e  competen- ze, di incrementare il proprio senso di autoefficacia e di attivare fattori protettivi. Il progetto disegna così un percorso informativo/formativo che ha un duplice bersaglio: un gruppo   di Infermieri selezionato (bersaglio ristretto) e l’universo dei giovani studenti appartenenti alle scuole medie superiori e alle Università coinvolte nel progetto (bersaglio allargato). Uno dei punti di forza del progetto è appunto l'equipe multidisciplinare formata da infermieri, medici, psicologi biologi, e volontari opportunamente formati.

METODOLOGIA

  • Corsi accreditati ECM rivolti a circa 100/150 infermieri sul tema delle malattie a trasmissione sessuale ed in particolare sull'infezione da HIV/AIDS

Corsi accreditati ECM per infermieri selezionati e motivati da inserire nelle equipe e/o di aggiornamento per infermieri già selezionati

    • Incontri In/Formativi per gli Studenti dei Corsi di Laura in Infermieristica attraverso seminari In/Forma- tivi, programmi mirati e somministrazione pre e post test.
    • Incontri In/Formativi per gli Studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado (bersaglio dell'inter- vento educativo) attraversi seminari In/Formativi, programmi mirati e somministrazione pre e post test.
    • Supervisione periodica con le equipe per il monitoraggio e la condivisione delle varie attività.
    • Organizzazione Evento Finale (Giornata Internazionale dell’Infermiere)

TARGET 

Studenti dei Corsi di Laurea in Infermieristica della Città di Roma. Studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado della Regione Lazio

RISULTATI ATTESI

Rilevanza

  1. Implementazione della prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse tra i giovani.
  2. Valorizzazione della figura professionale dell'Infermiere esperto nel rischio infettivo, quale“Educatore”.
  3. Incentivare i giovani all’esecuzione del test HIV e allo screening delle altre IST.
  4. Interscambio tra studenti delle scuole Secondarie di Secondo grado e studenti dei Corsi di Laurea in Infermieristica allo scopo di promuovere la formazione infermieristica di base.

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