Cure palliative e hospice residenziali, studio CECRI sull'International Journal of Nursing Studies

Cure palliative e hospice residenziali, studio CECRI sull'International Journal of Nursing Studies

19/11/2021

Sull’International Journal of Nursing Studies sarà pubblicato un articolo dal titolo: “Organizzazione delle cure palliative e modelli di personale negli hospice residenziali: cosa fa la differenza?”, a cura di: Marco Artico, Michela Piredda, Daniela D'Angelo, Marco Di Nitto, Diana Giannarelli, Anna Marchetti, Gabriella Facchinetti, Cosimo De Chirico, Maria Grazia De Marinis, frutto di uno studio prospettico multicentrico sulle lesioni da pressione nei pazienti ricoverati in hospice (“PRELUdiHO”), con dati raccolti tra novembre 2017 e settembre 2018, arruolando 992 pazienti adulti in 13 hospice residenziali italiani e costruendo due modelli logistici di equazioni di stima generalizzate, sia con il numero di posti letto e la durata della degenza come variabili indipendenti, sia, in un caso, i rapporti paziente-operatore sanitario e, nell'altro, i livelli di qualificazione degli operatori sanitari.
Dall’abstract di questo lavoro, reso possibile dal contributo del Centro di Eccellenza-CECRI di OPI Roma, si apprende che le variabili dipendenti erano sei sintomi non clinicamente significativi (dolore, nausea, mancanza di respiro, sensazione di tristezza, sensazione di nervosismo e "come ti senti in generale"), secondo la scala rivista Edmonton Symptom Assessment System (ESAS-r) e che gli indicatori delle equazioni di stima generalizzate sul personale rivelano il seguente modello "ottimale": rapporto paziente-medico (5,5:1-6,5:1); rapporto paziente-infermiere (1,5:1-2,7:1); rapporto paziente-infermiere-assistente (4,1:1-6,3:1); con la composizione del personale più equilibrata che comprende il 19% di medici, il 23% di assistenti infermieri e il 58% di infermieri registrati; letti di ospizio (12-25); durata del soggiorno (mediana=12 giorni). Questo modello prevede una probabilità fino a quattro volte maggiore di controllare tutti e sei i sintomi ESAS-r nel tempo; quello delle equazioni di stima generalizzate sul livello di istruzione dei medici e degli infermieri registrati ha mostrato che è significativamente associato al controllo ottimale dei sintomi dei pazienti durante l'intero soggiorno in hospice.
Il numero di pazienti che utilizzano i servizi di cure palliative, in particolare gli hospice residenziali, è in aumento. Analizzare il potere predittivo del personale, della struttura e degli indicatori di processo verso il controllo ottimale dei sintomi clinicamente significativi dei pazienti nel tempo. Questo studio ha mostrato l'esatta composizione e le proporzioni del mix di abilità del team di cure palliative in grado di garantire un controllo ottimale dei sintomi dei pazienti. Il valore aggiunto di medici e infermieri qualificati in cure palliative in termini di risultati migliori per i pazienti ha riaffermato l'importanza dell'educazione nel garantire cure di qualità. Hospice con 12-25 posti letto e metodi di reclutamento che garantiscono un soggiorno di almeno 12 giorni assicurano l'ambiente organizzativo più propizio per la gestione ottimale dei sintomi clinicamente significativi. Tale ricerca, adottando diverse strategie metodologiche (volte a compensare le debolezze osservate finora nella maggior parte degli studi sul personale), ha comportato l'analisi delle associazioni tra fattori organizzativi esplicativi e risultati dei pazienti. La composizione dei team di cure palliative multiprofessionali che hanno mostrato la più alta probabilità di controllare meglio sei sintomi ESAS-r (dolore, dispnea, nausea, benessere generale, sensazione di tristezza e nervosismo), dal momento del ricovero in hospice al fine vita, comprende il 19% di medici (rapporto pazienti-medico 5,5:1-6,5:1), il 23% di assistenti infermieri (rapporto pazienti-infermiere-assistente 4,1:1-6,3:1) e il 58% di infermieri registrati (rapporto pazienti-infermiere 1,5:1-2,7:1).
I risultati, pur mancando dati sul personale più appropriato e sulla composizione del mix di competenze nei team di cure palliative multiprofessionali degli hospice residenziali, forniscono a politici e gestori informazioni specifiche e basate sull'evidenza per supportare i processi decisionali relativi al personale e all'organizzazione degli hospice. Ovviamente, la trasferibilità di questi risultati dipende principalmente dal fatto che le competenze degli operatori sanitari nel “modello ideale” siano presenti in altri contesti e che ci siano ulteriori studi prospettici per confermare l'impatto positivo di tale quadro organizzativo "ottimale" sugli esiti per i pazienti.

Info al link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0020748921002807